Ruolo: Mrs. Quickly
Falstaff è l’ultima opera di Giuseppe Verdi. Il libretto di Arrigo Boito fu tratto da Le allegre comari di Windsor di Shakespeare, ma alcuni passi furono ricavati anche da Enrico IV parti I e II, il dramma storico nel quale per la prima volta era apparsa la figura di sir John Falstaff. È la seconda opera buffa verdiana, dopo il giovanile Un giorno di regno.
«Tutto nel mondo è burla.
L’uom è nato burlone»
(Falstaff, Atto III)
La prima ebbe luogo a Milano nell’ambito della stagione di Carnevale e Quaresima del Teatro alla Scala, il 9 febbraio 1893, con la direzione di Edoardo Mascheroni alla presenza di Pietro Mascagni, Giacomo Puccini, Giuseppe Giacosa, Giosuè Carducci, Letizia Bonaparte, il ministro Ferdinando Martini e del compositore che esce 3 volte dopo il primo atto, 6 dopo il secondo e 7 dopo il terzo.
Ha aperto le stagioni operistiche del Teatro alla Scala nel 1921, 1936, 1980, risultando l’opera maggiormente rappresentata con trentaquattro stagioni e duecentonove recite.
L’opera si svolge all’inizio del XV secolo.
Atto 1
Quadro 1
L’anziano e corpulento Sir John Falstaff, alloggiato con i servi Bardolfo e Pistola presso l’Osteria della Giarrettiera, progetta di conquistare due belle e ricche dame: Alice Ford e Meg Page. A questo scopo invia alle due comari altrettante lettere d’amore perfettamente identiche.
Quadro 2
La circostanza scatena lo sdegno e l’ilarità di Alice e Meg che, insieme alla comare Quickly e a Nannetta, la figlia di Alice, innamorata del giovane Fenton, progettano una burla ai danni dell’impudente cavaliere, tale da togliergli la voglia di atteggiarsi ad ardente seduttore.
Entrano a questo punto due nuovi personaggi: il marito di Alice, Mastro Ford, e il pedante dottor Cajus, al quale Ford ha promesso la propria figlia Nannetta. Anch’essi, informati dai servi di Falstaff delle intenzioni del padrone, si preparano a contrastarlo ideando a loro volta uno scherzo all’insaputa delle donne.
Atto 2
Quadro 1
Mrs. Quickly reca a Falstaff un messaggio di Alice, la donna ha ricevuto la lettera e lo attende a casa «dalle due alle tre», l’ora nella quale il marito è assente.
Partita Quickly si presenta Ford, sotto il falso nome di signor Fontana, supplicando Falstaff di ricorrere alle sue rinomate arti amatorie per conquistare Alice, affinché la bella, perduta la sua virtù, decida finalmente di concedersi anche a lui.
Falstaff naturalmente accetta, sedotto anche dall’offerta di una ricca borsa, e confida al falso signor Fontana che fra una mezz’ora, non appena «quel tanghero di suo marito» sarà uscito di casa, Alice cadrà fra le sue braccia. Quindi va a vestirsi e a imbellettarsi per l’appuntamento galante.
Il gelosissimo Ford prima si dispera, poi decide di irrompere in casa propria con i suoi uomini per sorprendere gli adulteri.
Alice rivela al marito la verità e tutti – uomini e donne – si coalizzano per giocare a Falstaff l’ultima spettacolare burla: la comare Quickly lo convince a recarsi ad un secondo appuntamento con Alice e Meg, a mezzanotte, nel parco, travestito da Cacciatore Nero. Tutti si travestono da fate e folletti; nella divisione dei ruoli, a Nannetta tocca la splendida Regina delle fate ed il padre intende approfittare della confusione per sposare la figlia con il vecchio Dr. Cajus; mentre spiega il suo piano al dottore, indicando anche il travestimento che dovrà usare, viene udito per caso da Mrs. Quickly, che immediatamente avverte la giovane.
Quadro 2
L’incontro galante si trasforma in «tregenda»: mascherati da creature fantastiche, tutti gli abitanti di Windsor circondano il panciuto seduttore, mentre una schiera di folletti (i bambini di Windsor) lo tormenta e lo costringe a confessare i suoi peccati.
Finalmente Falstaff riconosce il servo Bardolfo e comprende di essere stato, una volta ancora, burlato. Intanto Ford sposa quella che crede sua figlia Nannetta con il Dr. Cajus ma, tolto il velo si scopre che è invece Bardolfo! L’opera così finisce in allegria: Ford si rassegna, acconsente al matrimonio di Nannetta e Fenton e invita tutti a cena; e Falstaff – ritrovata l’antica baldanza – detta la morale della storia: «Tutto nel mondo è burla.»
Fonte : Wikipedia
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